Date

06 06 2023

MARI DI PERGAMENA, MARI DI CARTA, MARI DI BIT

ORIZZONTI DELLA CONOSCENZA

Ciclo di incontri a cura del Centro Studi Colombiano

Martedì 6 giugno 2023

Salone del Minor Consiglio, Palazzo Ducale Piazza Matteotti, 9 – Genova

MARI DI PERGAMENA, MARI DI CARTA, MARI DI BIT

La cartografia nautica dal XIII al XXI secolo

 

Le carte nautiche sono una categoria particolare di carte geografiche in cui vengono rappresentate tutte le informazioni utili all’andare per mare. Come tali, sono fondamentali per garantire la sicurezza della navigazione e la salvaguardia della vita umana in mare. In Italia, l’ente cartografico deputato alla loro produzione e al loro aggiornamento, per i mari che bagnano la penisola, è l’Istituto Idrografico della Marina che, sin dalla sua nascita nel 1872, ha sede a Genova, nell’ottocentesco Forte San Giorgio.
I primi esemplari conosciuti di carte nautiche risalgono al XIII-XIV secolo e sono di origine genovese. Il Rinascimento e l’età delle grandi scoperte geografiche, se da un lato riportarono in auge la cartografia scientifica, grazie alla riscoperta dell’opera del geografo ellenistico Claudio Tolomeo, dall’altro segnarono un notevole sviluppo della cartografia impropriamente definita “portolanica”, ossia la cartografia fattuale basata sulle conoscenze accumulate da generazioni di navigatori, perfezionandola via via con le nuove acquisizioni legate allo sviluppo della navigazione astronomica. La prima globalizzazione del Seicento, e la contemporanea rivoluzione scientifica, favorirono la diffusione della cartografia a stampa, che aveva il vantaggio di essere riproducibile in un gran numero di esemplari, quindi di costare meno e, di conseguenza, di poter essere data in dotazione a un maggior numero di navi. Lo sviluppo della proiezione cilindrica a latitudini crescenti di Gerardo Mercatore permise di raccordare la cartografia fattuale con la cartografia scientifica, incentivando l’uso pratico a bordo di mappe a grande scala che facilitavano il tracciamento delle rotte.
Oggi si usano i satelliti, gli aerei, i droni e i veicoli a pilotaggio remoto non soltanto per rilevare le coste e i fondali, ma anche per studiare le caratteristiche della colonna d’acqua. Il progetto delle Nazioni Unite Seabed 2030 prevede, entro quell’anno, il completamento della mappatura dei fondali del nostro pianeta, anche con l’utilizzo dei dati forniti dalla navigazione commerciale, peschereccia e da diporto, purché acquisiti con strumenti standard e secondo regole condivise, in modo che i dati risultino omogenei.

Aldo Caterino

IL PROGRAMMA